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LA SVELTINA N.2 – IL CAPO E’ SEMPRE IL CAPO - RACCONTO BREVE


di RedTales
04.10.2019    |    18.228    |    6 9.7
"” “Per me lo dici perché non è più come quando c’era suo padre e tu..."
Giulia si era ormai rassegnata. Con Pierluigi che da alcuni mesi aveva preso il posto del padre non c’era nulla da fare. Ci aveva provato in tutti i modi per entrare nelle sue grazie e… farsi scopare come faceva il signor Federico ma ormai ci aveva rinunciato perché spacchi inguinali, calze a rete, spalle scoperte, scollature… non erano serviti a nulla.
“Dottore, c’è il signor Giulio. Lo faccio entrare?”
“Si.”
L’uomo fece un cenno con il capo e si diresse alla porta.
Poco dopo il suo capo le chiese di non disturbarlo per una mezz’oretta: “sono cose importanti e riservate. Piuttosto dica che non ci sono.”
Giulia, da segretaria assai maliziosa, avendo notato che questa situazione si ripeteva spesso quando Giulio entrava, immaginò, pur senza averne le prove, che il nuovo capo fosse interessato a quel baldo giovane che proprio lui aveva assunto come addetto al controllo vendite e che, probabilmente, se lo scopasse.
In effetti era vero ma lei immaginava esattamente il contrario di quanto capitava nella stanza perché quello che veniva scopato era proprio il figlio dell’ex padrone.
Come varcò la soglia Pierluigi gli si fece incontro e subito si baciarono profondamente prima che, con attenzione, chiudessero a chiave la porta facendo attenzione a non far sentire lo scatto della serratura.
“Mi ami? Mi desideri?”
“Tantissimo, sempre. Spogliati, voglio vederti nudo.”
Rapidamente appoggiò sul lussuoso divano la cravatta firmata, giacca, camicia, pantaloni e calzini restando con una deliziosa catsuit a rete verde, strategicamente aperta in basso.
“Ti piace?”
“Bellissima!” esclamò allungando la mano per accarezzargli le spalle per poi scendere sui capezzoli già duri forse perché stimolati dal tessuto. Le dita scesero poi sui fianchi prima di spostarsi sopra i glutei. Riprese a baciarlo con intensità e le loro lingue si intrecciarono languidamente mentre i loro corpi si adagiarono sul divano.
“Spogliami, piano piano, con dolcezza, come sai fare tu...”
Pierluigi iniziò subito facendo del suo meglio per denudare quel corpo che adorava. Sciolse il nodo della cravatta e la sfilò dal collo, pensò poi alla giacca e finalmente riuscì a sbottonare assai lentamente tutti i bottoni della camicia lasciando avidamente scorrere le lunghe dita affusolate al di sotto del tessuto tra i ciuffi di pelo che ricoprivano il petto del suo amante. Come aprì l’indumento si tuffò sulla calda pelle leccando e succhiando ogni centimetro di quella riccioluta foresta. Quando ne fu sazio si piegò per slacciare le scarpe e quindi per liberare i piedi dalle calze.
Risalì con due dita le gambe e finalmente afferrò la cintura per aprirla, dedicandosi in rapida successione alla cerniera ed infine al bottone. L’ultimo impedimento prima di poter aprire la “scatola del tesoro”.
Con delicatezza allargò il più possibile i pantaloni per iniziare a baciare quel vigoroso pacchettino che faceva bela presenza di sé sotto i boxer.
Percorse l’asta dalla punta all’attacco con il corpo cercando di stringerla tra le labbra ed inumidendo completamente il tessuto prima di far scivolare due dita attorno all’ultimo bottone portando finalmente alla luce l’oggetto del suo desiderio.
Il pene di Giulio saettò dritto verso il soffitto mentre il suo tenero amante iniziò a leccarne la base affondando il capo nella folta peluria.
Dopo averlo percorso dappertutto vedendolo fremere e scuotersi per il piacere che sapeva dargli, finalmente lo sentì pronto per accoglierlo tra le labbra e lo fece sparire tutto in bocca, fermandosi solo quando il naso urtò l’inguine.
“Mh! Sei bravissimo. Sei fantastico. Nessuno mi ha mai fatto quello che mi fai tu. Devo resistere per non venire.” lo incoraggiò continuando nel frattempo ad accarezzargli ogni centimetro di pelle che poteva raggiungere e gustandosi quel corpo depilato, liscio, morbido e caldo.
“Aspetta, aspetta, piano, piano! Così mi fai venire” e vedendo che ancora non si fermava aggiunse: “magari dopo ti vengo in bocca ma prima vorrei fare anche un salutino al patatino. Vuoi? Mi sembra che stia li ad aspettarmi.”
Gianluigi si allontanò facendo un gran sorriso: “si, ma il patatino è triste, oggi non lo hai nemmeno salutato...”
“Dio! E’ vero! Tirati su.”
Come si sollevò lo spinse sul cuscinone in modo che il culetto rimanesse in aria e iniziò a sfiorarlo con le dita prima di baciarlo e quindi leccarlo nel solco e tutto intorno a quella candida rosellina profumata che aspettava impaziente di essere profanata. Ben presto insinuò la punta nel pertugio e poi approfondì l’esperienza con uno ed infine due dita mentre il suo amante cominciò a mugolare per il piacere.
“Mh! Come sei bravo, sono tutto un fremito. Come me lo tocchi tu non lo ha mai fatto nessuno.”
“Direi che adesso un salutino da Pippone ci sta proprio.”
Pierluigi rise annuendo e preparandosi per ricevere quel grosso pezzo da novanta.
Giulio si alzò, lasciò cadere i boxer e si mise dietro quel candido sederino che era ansioso di accoglierlo. Prese il tubetto del gel che, come sempre, era appoggiato sul tavolino e ne spalmò in abbondanza ad entrambi e quindi sprofondò, come al solito lentamente per dare allo sfintere il tempo di modellarsi sul suo grosso pisello, nel tanto desiderato pertugio.
Ogni centimetro percorso fu sottolineato dall’ansimare del suo amante che il solo sentirsi così “brutalmente” aperto portava ad uno stato di piacere estremo.
Infatti il pene di Giulio era davvero extra large e lui lo sentiva scorrere nel suo intimo da quando la punta iniziava a farsi strada a quando si fermava, completamente piantato nel suo intestino. Ed era una vera sublimazione, un passare dal piacere all’estasi, che si gustava assaporandone ogni istante. Per lui la dilatazione iniziale era una sensazione unica che nemmeno la scopata che seguiva riusciva ad uguagliare, pur essendo bellissima anche quella e capace di portarlo ogni volta fino all’orgasmo anche se nemmeno si toccava.
Giulio diede il meglio di se, rovistando molto a lungo, avanti e indietro, dentro Pierluigi che riuscì a trattenere a stento la voglia di urlare per la delizia che gli faceva provare.
“Mi fai morire. Scopi meravigliosamente. Ti sento tutto, ma tutto tutto tutto. Mi sembra di averti dentro fin nel pancino.” sussurrò tra le altre cose mentre Giulio si limitò a fargli dei complimenti per la pelle, il culo, le cosce…
“Vieni, vieni… vienimi in culo. Vienimi dentro. Dopo voglio sentirlo sgocciolare sulle cosce. Dai, vieni. Io sono già venuto, ho la manina tutta bagnata.”
Affrettò i colpi ma solo per fargli piacere perché ormai si sentiva pronto e… riversò la solita abbondante crema nelle calde terga.
Sudato e anche lui con il fiato corto, si fermò quasi subito pur continuando a fare dei leggeri movimenti per gustarsi gli ultimi attimi di piacere e prolungare ancora un po’ quel potente orgasmo.
Quando si sfilò un deciso fiotto di liquido schizzò fuori in modo incontrollato bagnando il divano.
“No! Volevo sentirlo sulle cosce.” disse quasi stizzito Pierluigi che si mise immediatamente in ginocchio per far colare il resto del liquido lungo il suo corpo mentre Giulio gli si fece a fianco offrendogli il pisello ancora duro e sgocciolante da succhiare.
Ci si avventò sopra con bramosia sorbendolo con voracità per non perdere nemmeno una goccia di quel prezioso e succulento nettare.
Quando smise Giulio avvicinò le labbra a quelle dell’altro e i due si strinsero in un lunghissimo bacio mentre con la mano gli accarezzò le cosce bagnandosi per quanto vi stava scendendo.
Alla fine del bacio Pierluigi gli prese la mano e portandola davanti al viso iniziò a leccarla per togliere quanto vi sera rimasto prima di piegarsi per succhiare ancora una volta il suo molliccio “Pippone”.
Un attimo dopo entrambi si rivestirono alternandosi nel bagno per rinfrescarsi il viso.
Un ultimo bacio segnò il commiato.
“Vuoi che stasera facciamo un salto da me prima di tornare a casa?”
“E me lo domandi, tesoro?”
“Ti amo tantissimo!”
“No, sono io ad amarti di più.”
Gilio, aprì la serratura con circospezione ed uscì.
“Arrivederci.” canticchiò la segretaria.
“Buongiorno.”
Come si allontanò aggiunse bisbigliando alla collega che era in attesa di essere ricevuta: “secondo me il dottore se lo scopa. Non vedo mai entrare una ragazza ma quando riceve Giulio non vuole mai essere disturbato.”
“Ma dai! E’ così uomo Giulio.”
“Mah? Sarà anche uomo ma credo che quando va dal dottore si mette a novanta gradi e gli da il sederino.”
“Sei sempre la solita...”
“Sarà ma...”
“Per me lo dici perché non è più come quando c’era suo padre e tu...”
“Dai! Ma cosa dici!”
Fece un sorriso e bisbigliò fra se: “come se non lo sapessero tutti che sei rimasta a bocca asciutta...”
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